Ancora una volta gli appassionati delle
ultra-distanze sono tornati a darsi appuntamento in piazza della Signoria, nel
cuore di Firenze, per avviarsi verso la lunga strada che conduce a Faenza,
attraverso l’Appennino, ma che conduce anche alla conoscenza di se stessi,
attraverso una sfida che non ha eguali.Caldo, caldo, caldo appena mitigato da un timido accenno di temporale, giunto comunque troppo debole e troppo tardi per togliere la cappa di afa che incombeva anche quest’anno sulla corsa. Un’altra difficoltà da superare, dunque, per i quasi 1500 iscritti, come se non bastassero quelle già insite in questa corsa unica al mondo. Ed anche questa è stata una difficoltà che occorreva superare con la volontà e l’intelligenza, come tutte quelle della vita, non sfidandola ma adeguandosi ad essa.
Pochi quest’anno gli ospiti stranieri, ma fra essi una rinnovata e validissima rappresentativa russa, forte dei primi due arrivati nei recenti campionati nazionali (Izmailov e Spiridonov) e di Vishnyagov vincitore della 100km indoor che ogni anno si corre in febbraio a Mosca, tutti e tre con tempi inferiori alle sette ore.
In partenza, sulle rampe della prima salita che conduce a Fiesole (città-madre di Firenze) si avvantaggia subito proprio il russo Vishnyagov, seguito a distanza da Giorgio Calcaterra e Marco d’Innocenti, i dominatori dello scorso anno. Il russo probabilmente ha sottovalutato la difficoltà di questa corsa, che punisce chi non la rispetta, ma mette in mostra grandi doti di fondo e di carattere, che lo porteranno a chiudere al terzo posto.
Calcaterra lascia fare per un poco, ma poi fa vedere che non ci stà e comincia a rimontare. Acchiappa il russo sulla Colla, lo stacca e lo saluta: si rivedranno al traguardo. Marco d’Innocenti, da parte sua, cresce progressivamente, con grande saggezza. Sulla Colla passa per primo Calcaterra, seguito dal russo a due minuti e da Marco poco dietro. Molto bene anche Boffo, che si insedia stabilmente al quarto posto, passando gli altri due russi, dei quali il solo Izmailov arriverà al traguardo. Segue un rinfrancato Mario Fattore, il cui ritorno ad alto livello deve essere considerato molto positivo: non è ancora quello di qualcha anno fa, ma ha imboccato sicuramente la strada giusta e presto lo rivredemo ai suoi livelli migliori.
In campo femminile Monica Carlin si mette subito in testa, ma commette
l’errore di volersi liberare ad ogni costo
della compagnia di una caparbia Paola Sanna. Per farlo copre i primi trenta
chilometri molto più velocemente dello scorso anno, con tratti sul ritmo di 3.50
al chilometro: una vera follia! Paoletta lascia fare, pur passando a Borgo
S.Lorenzo anche lei nettamente più veloce dello scorso anno. I conti si pagano
sulla Colla: il vantaggio così faticosamente accumulato si assottiglia e si
esaurisce, e si esauriscono anche le energie, complice inoltre un recente
malanno che ha costretto la brava trentina a cure a base di antiobiotici. Monica
prova ad insistere, ma a due km dalla Colla desiste, lasciando via libera ad una
tostissima Paola Sanna, una grande promessa divenuta realtà che sta vivendo il
suo anno d’oro! Alle loro spalle si mette in luce la bolognese Roberta Monari, che già si era fatta notare alla sei ore di Seregno: conclude al secondo posto, con un tempo inferiore alle nove ore, nonostante il caldo, la salita, i chilometri in più ed un fatidioso dolore ai quadricipiti che l’ha rallentata nel finale. Già, perché quando si parla di tempi, al Passatore, bisogna sempre tener conto delle caratteristiche uniche di questa corsa, piena di fascino ma infinitamente più dura dei bei circuiti tutti piani dove spesso all’estero si realizzano le prestazioni migliori.
Notiamo infine l’ottimo livello complessivo della gara femminile, con sei atlete sotto le dieci ore, tutte italiane, e fra queste il notevole terzo posto dell’esordiente ligure Sonia Ceretto, classe 1975 e discreta maratoneta: un nome nuovo in più per una nazionale che in pochissimi anni si è rinnovata profondamente senza calare di livello, ma anzi migliorandolo.