lun 17 novembre 2003 VERSIONE PDF 
L'Eco di Bergamo
 

 

L'argento di Sanna corre nell'oro azzurro
Impresa storica della bergamasca del Gs Polizia di Stato, seconda dietro l'altra italiana Casiraghi
Il viso sorridente della fondista bergamasca Paola Sanna
Straordinaria impresa degli azzurri del gran fondo a Tainan, città di Taiwan sulle cui strade s'è disputato il campionato mondiale della 100 km: quattro ori su quattro, con lo stupendo e inatteso argento della bergamasca Paola Sanna. I titoli individuali sono andati a Monica Casiraghi (8h04'46") e Mario Fattore (7h04'59"), che ponevano le basi per quelli di squadra.
Nessuno alla vigilia osava nemmeno immaginare un trionfo simile. Monica Casiraghi nelle ultime due edizioni era arrivata al bronzo, mentre Fattore era il campione uscente, ma gli avversari, soprattutto giapponesi e russi, lasciavano poco spazio a pronostici ottimistici, proprio perché si presentavano agguerriti e in forma. Invece, una volta in gara, tutto s'è colorato d'azzurro e alle premiazioni il pubblico ha udito solo l'inno di Mameli.
In tale tripudio la nostra Paoletta Sanna ha rappresentato la più bella sorpresa col suo prodigioso secondo posto. Alla partenza da Bergamo aveva confessato: «Se riesco ad acciuffare un piazzamento nelle 25 ho vinto il mio Mondiale». Anche se il suo coach, papà Giovanni, aveva subito aggiunto: «Non ho mai visto Paoletta così in forma. S'è preparata a puntino e se la sosterrà un pizzico di fortuna potrebbe regalarci belle sorprese». Così è stato, ma l'argento neppure l'amore paterno lo poteva immaginare.
Un trionfo tra l'altro conquistato in condizioni non certo ottimali. Due notti prima della gara l'intera comitiva italiana alle ore 2,15 era stata svegliata da una violenta scossa di terremoto: una situazione abituale per quella terra, ma non certo per gli azzurri, e così saltava interamente una notte di sonno. Inoltre il vitto era pessimo: riso insipido, pasta condita col ketchup e nient'altro.
Temperatura costantemente sui 30° e, una volta in gara, tracciato molto duro: condizioni quindi per nulla ottimali, ma alla fine saltavano proprio coloro che erano abituati in un certo senso a tali limiti, mentre i nostri campioni riuscivano a superare alla grande ogni disagio.
Paoletta accusava addirittura problemi intestinali che la costringevano a fermarsi cinque volte e probabilmente proprio questo handicap le ha tolto la possibilità di battersi per il primo posto con Monica Casiraghi.
La gara inziava subito su ritmi elevati, tanto da portare a una selezione immediata. La portacolori del Gruppo Sportivo della Polizia di Stato rispondeva a ogni attacco con fermezza, fluttuando attorno all'ottava posizione. Dopo il 50° km, constatando di essere in buone condizioni, decideva di forzare e al 75° km agguantava il quinto posto: era già un piazzamento da sogno, ma incitata da papà Giovanni iniziava un finale spettacoloso, senza più soste, con un crescendo rossiniano, tanto da piazzarsi alle spalle di Monica Casiraghi; un secondo posto che difendeva senza esitazioni. La neo campionessa mondiale chiudeva in 8h04'46" mentre il gioiello del presidente Mimmo Tambone in 8h15'12", ampiamente record personale, essendo il precedente di 8h26'. Per Paoletta dunque argento individuale e oro a squadre, un consuntivo straordinario per la nostra infermiera: al reparto di unità coronarica del nosocomio cittadino stanno già preparando festeggiamenti adeguati all'impresa.
Via telefono abbiamo sentito la brava fondista, che appariva quanto mai emozionata: «Mi sembra di vivere un grande sogno. Mai mi sarei aspettata un'impresa simile; quando dicevo di sperare nel bronzo per Nazioni già mi sembrava d'allargarmi troppo. Invece ho al collo due medaglie e una addirittura d'oro. Se non ci fosse stato un problema intestinale avrei fatto ancor meglio, ma forse corro troppo con la fantasia. Gli ultimi chilometri con mio padre al fianco che mi seguiva in bicicletta sono stati da urlo. Non sentivo più nemmeno la fatica, rivivevo tutti i sacrifici sopportati e mi dicevo che ne era valsa la pena. Due ali di folla festante rendeva la corsa ancor più meravigliosa; c'era un entusiasmo che in Italia non possiamo immaginare. Poi il podio col tricolore che suonava per me, per noi, e qui ho pensato soprattutto al presidente Tambone e al mio ragazzo Fabio. Sensazioni ubriacanti, avrei tanto voluto avere accanto pure mia madre. Non credevo che si potesse essere tanto felici».
Tutte queste frasi Paoletta le ha sparate a raffica e pur essendo tanto lontana si avvertiva interamente la sua felicità. Sarà a Bergamo giovedi in tarda serata e l'atletica bergamasca potrà riabbracciare una nuova grande campionessa.
Giancarlo Gnecchi
 
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