Il viso sorridente della fondista
bergamasca Paola Sanna
Straordinaria impresa degli azzurri del
gran fondo a Tainan, città di Taiwan
sulle cui strade s'è disputato il
campionato mondiale della 100 km:
quattro ori su quattro, con lo stupendo
e inatteso argento della bergamasca
Paola Sanna. I titoli individuali sono
andati a Monica Casiraghi (8h04'46") e
Mario Fattore (7h04'59"), che ponevano
le basi per quelli di squadra.
Nessuno alla vigilia osava nemmeno
immaginare un trionfo simile. Monica
Casiraghi nelle ultime due edizioni era
arrivata al bronzo, mentre Fattore era
il campione uscente, ma gli avversari,
soprattutto giapponesi e russi,
lasciavano poco spazio a pronostici
ottimistici, proprio perché si
presentavano agguerriti e in forma.
Invece, una volta in gara, tutto s'è
colorato d'azzurro e alle premiazioni il
pubblico ha udito solo l'inno di Mameli.
In tale tripudio la nostra Paoletta
Sanna ha rappresentato la più bella
sorpresa col suo prodigioso secondo
posto. Alla partenza da Bergamo aveva
confessato: «Se riesco ad acciuffare un
piazzamento nelle 25 ho vinto il mio
Mondiale». Anche se il suo coach, papà
Giovanni, aveva subito aggiunto: «Non ho
mai visto Paoletta così in forma. S'è
preparata a puntino e se la sosterrà un
pizzico di fortuna potrebbe regalarci
belle sorprese». Così è stato, ma
l'argento neppure l'amore paterno lo
poteva immaginare.
Un trionfo tra l'altro conquistato in
condizioni non certo ottimali. Due notti
prima della gara l'intera comitiva
italiana alle ore 2,15 era stata
svegliata da una violenta scossa di
terremoto: una situazione abituale per
quella terra, ma non certo per gli
azzurri, e così saltava interamente una
notte di sonno. Inoltre il vitto era
pessimo: riso insipido, pasta condita
col ketchup e nient'altro.
Temperatura costantemente sui 30° e, una
volta in gara, tracciato molto duro:
condizioni quindi per nulla ottimali, ma
alla fine saltavano proprio coloro che
erano abituati in un certo senso a tali
limiti, mentre i nostri campioni
riuscivano a superare alla grande ogni
disagio.
Paoletta accusava addirittura problemi
intestinali che la costringevano a
fermarsi cinque volte e probabilmente
proprio questo handicap le ha tolto la
possibilità di battersi per il primo
posto con Monica Casiraghi.
La gara inziava subito su ritmi elevati,
tanto da portare a una selezione
immediata. La portacolori del Gruppo
Sportivo della Polizia di Stato
rispondeva a ogni attacco con fermezza,
fluttuando attorno all'ottava posizione.
Dopo il 50° km, constatando di essere in
buone condizioni, decideva di forzare e
al 75° km agguantava il quinto posto:
era già un piazzamento da sogno, ma
incitata da papà Giovanni iniziava un
finale spettacoloso, senza più soste,
con un crescendo rossiniano, tanto da
piazzarsi alle spalle di Monica
Casiraghi; un secondo posto che
difendeva senza esitazioni. La neo
campionessa mondiale chiudeva in
8h04'46" mentre il gioiello del
presidente Mimmo Tambone in 8h15'12",
ampiamente record personale, essendo il
precedente di 8h26'. Per Paoletta dunque
argento individuale e oro a squadre, un
consuntivo straordinario per la nostra
infermiera: al reparto di unità
coronarica del nosocomio cittadino
stanno già preparando festeggiamenti
adeguati all'impresa.
Via telefono abbiamo sentito la brava
fondista, che appariva quanto mai
emozionata: «Mi sembra di vivere un
grande sogno. Mai mi sarei aspettata
un'impresa simile; quando dicevo di
sperare nel bronzo per Nazioni già mi
sembrava d'allargarmi troppo. Invece ho
al collo due medaglie e una addirittura
d'oro. Se non ci fosse stato un problema
intestinale avrei fatto ancor meglio, ma
forse corro troppo con la fantasia. Gli
ultimi chilometri con mio padre al
fianco che mi seguiva in bicicletta sono
stati da urlo. Non sentivo più nemmeno
la fatica, rivivevo tutti i sacrifici
sopportati e mi dicevo che ne era valsa
la pena. Due ali di folla festante
rendeva la corsa ancor più meravigliosa;
c'era un entusiasmo che in Italia non
possiamo immaginare. Poi il podio col
tricolore che suonava per me, per noi, e
qui ho pensato soprattutto al presidente
Tambone e al mio ragazzo Fabio.
Sensazioni ubriacanti, avrei tanto
voluto avere accanto pure mia madre. Non
credevo che si potesse essere tanto
felici».
Tutte queste frasi Paoletta le ha
sparate a raffica e pur essendo tanto
lontana si avvertiva interamente la sua
felicità. Sarà a Bergamo giovedi in
tarda serata e l'atletica bergamasca
potrà riabbracciare una nuova grande
campionessa.
Giancarlo Gnecchi