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Io sono sempre stata una persona molto sportiva fin da quando ero piccola. Diciamo pure che sono nata con le scarpe da ginnastica ai piedi!!

In passato ho praticato il nuoto, poi mi sono dedicata alla palestra che, frequentata proprio nel periodo in cui mi stavo sviluppando fisicamente, mi ha permesso di "costruirmi" qualche muscolo nelle gambe. Successivamente ho giocato in una squadra di calcio femminile come …. Centravanti. Ma la paura di farmi male alle gambe e ancor più alle ginocchia era tanta. E' stato allora che mi ho cominciato ad interessarmi alla corsa. Continuavo a vedere mio padre che usciva a correre costantemente, e devo dire che è stato merito suo se mi sono incuriosita a questo sport.

Ho appeso al chiodo le scarpette con i “tacchetti" e mi sono iscritta nel gruppo sportivo per cui era tesserato anche mio padre.

 

Al mio ingresso nell'ambiente, la frase comune che mi sentivo dire da tutti era: "Tu con quel fisico andresti proprio bene a fare le maratone!". E' una frase che non mi scorderò mai, soprattutto adesso che mi guardo indietro.

Però l'inizio non è stato affatto facile. Le mie vere attitudini dovevano ancora manifestarsi ed io ho cominciato a praticare atletica su pista e, precisamente, i 200 e i 400m. Però dedicarmi alla velocità stava diventando logorante psicologicamente: mi allenavo ma i risultati alle gare erano sempre gli stessi, ultima o penultima ... non si andava molto in là!

 

Un giorno, però, accadde il "miracolo": decisi di fare una gara sugli 800mt .... e notai subito la differenza: terza a pari merito con un'altra ragazza.

Quel risultato mi diede lo slancio per buttarmi sulle lunghe distanze. Così cominciai ad uscire con mio padre correndo le non competitive che ogni domenica si svolgevano in vari luoghi dell'area bergamasca. Mi accorgevo che le gambe giravano, e la stanchezza non era paragonabile a quella delle gare di velocità!

 

 

Il 30 maggio 1999 corsi la mia prima mezza maratona (qui a Bergamo), con il tempo di 1h31'23": quinta donna assoluta. Questo risultato per me fu un grande incentivo a continuare su questa strada. Dopo aver corso qualche altra mezza maratona mi si "accese una lampadina" in testa!

"Perchè non partecipare con mio padre alla 100Km del Passatore, dato che lui l'ha già fatta quattro volte?" volevo farlo per una volta insieme a lui, prima che anche lui appendesse le proprie scarpe al chiodo (agonisticamente parlando).

Così feci, e lui non si tirò indietro.

 

Comincia semplicemente ad allungare i km di allenamento. Non sapevo minimamente a cosa andavo incontro e non feci alcuna gara più lunga di 21km!

Il 25 Maggio 2002, alle ore 15.00 ero pronta in Piazza della Signoria ad affrontare una grande impresa. Non sapevo a cosa andavo incontro, ma di una cosa ero sicurissima: l'avrei finita in ogni caso, e se le forze me lo avrebbero permesso avrei combattuto al meglio fino alla fine!

 

Non mi rendevo conto che stavo affrontando qualcosa di grande ... e, sinceramente, ho cominciato a capirlo quando stava facendo buio e io ero ancora dietro a correre!

 

Ho purtroppo anche un brutto ricordo di quell'esperienza. Verso il 40°km mio padre ha cominciato a sentire un dolorino interno e faceva molta fatica a respirare. Ci siamo fermati e abbiamo camminato un attimo..., ma purtroppo dopo 3-4Km si è dovuto ritirare. Non me la sentivo di farlo andare avanti in quello stato. Sono infermiera in Unità Coronarica, so bene che uno sforzo del genere, soprattutto all'età di mio padre, può essere molto rischioso.

Da qui ho proseguito la mia strada da sola. Credo sia impossibile descrivere cosa provavamo io e mio padre in quel momento (ho ancora i lacrimoni agli occhi!). Il suo più grande desiderio era quello di accompagnarmi per tutto il percorso della 100Km... so che lo desiderava tanto, quante volte me lo diceva.... Il suo ritiro è stato per lui una grande pugnalata, e per la prima volta l'ho visto davvero soffrire per il dispiacere. Io sapevo cosa pensava e come si sentiva ... lo percepivo. Del resto quando hai un rapporto così bello con tuo padre, sai già i suoi pensieri. Solo per questo motivo non stavo bene neanch'io, però dentro di me ho sentito una gran forza che mi diceva: "l'unica cosa che puoi fare ora per rendere felice tuo padre è quella di impegnarti al massimo, senza sentire la fatica, per fare un gran tempo e arrivare il più in alto possibile!". Così feci.

Raccolsi tutte le mie forze e non guardai più in faccia a nessuno! Ho fatto tutta la salita per arrivare al Passo della Colla senza neanche accorgermene … la gente mi applaudiva meravigliandosi di come andavo in salita.

 

E' vero, 10 ore sono tante e durante una gara così lunga si affrontano diverse difficoltà e si fanno tanti incontri. Ve ne svelo uno in particolare, il più importante.

Dunque, dovevo affrontare la parte più dura di questa gara senza la compagnia di mio padre. C'era buio ed il mio seguito non arrivava più. Ad un certo punto sono stata raggiunta da un ragazzo: lui è stato il mio "angelo" per tutta la seconda parte della 100Km. Me lo ricordo benissimo, si chiama Flavio Meroni, tornò anche nel 2003 ma non ci siamo incontrati e mi è dispiaciuto molto!

Io sono convinta che Qualcuno abbia voluto così, non fu un caso. E' stato davvero molto gentile, si comportava come se mi conoscesse già e ci tenesse a me (era come se ci fosse accanto a me proprio mio padre).

Molte cose ci accomunavano: anche per lui era la prima volta alla 100Km, alcuni suoi amici si erano ritirati e il suo seguito non lo vedeva da un po’.

Così ci siamo messi a parlare e a correre insieme. E mi disse: "lo sai che ho fatto una scommessa con i miei amici, e devo arrivare prima delle 11 ore!?".

Lo guardai e pensai: "ma questo è matto, come facciamo ad andare così forte?".

Flavio è stato molto gentile. Tutte le volte che tagliavamo le curve e io mi ritrovavo da una parte della strada, mi faceva andare dal lato del muretto perchè le macchine passavano. Anch’io ho provato a prendere la torcia in mano, perché non c'era nemmeno mezzo barlume di luce, ma ha finito per tenerla lui (era bella grossa!)… Potrebbero sembrare piccole cose, ma anche queste delicatezze aiutano quando si è in difficoltà.

Insomma, la sua compagnia è stata davvero importante. E' stato un GRANDE... In realtà ci siamo aiutati a vicenda, tagliato il traguardo mi disse che se non fosse stato per me non l'avrebbe mai finita.

Concludemmo la gara insieme, in 10h53'44": la sua scommessa era vinta ed io mi classificai quarta donna assoluta,  terza italiana. La mia felicità era alle stelle.

C'è sempre qualcosa di speciale in quella corsa. Per me è davvero la 100Km PIU' BELLA DEL MONDO! (proprio come dice la locandina!!).

 

A quel punto il mio obiettivo naturalmente era quello di migliorare la mia prestazione l'anno dopo. I miei allenamenti aumentarono sempre più..., e naturalmente anche i Km!

Prima del Passatore 2003, però, gareggiai alla 50Km di Romagna, come prova. Il risultato fu davvero buono, quarta donna....avevo ancora sfiorato il podio.… A quel punto, non ce la facevo più a guardarlo soltanto.., volevo salirci in carne e ossa!

Il 26 maggio 2003 diedi il meglio di me..., ero agguerrita più che mai e tutti i miei sacrifici vennero premiati con un bel secondo posto assoluto, oltre che italiano. Il cronometro si fermò dopo 8h31'31"..., ben 2h22' in meno rispetto all'anno precedente. Cosa vuol dire la forza di volontà e il credere nelle cose che si fanno!!!

Percorrere gli ultimi metri che mi separavano dal traguardo con la musica dei Queen "We are the champion", e sapere dopo poco che sarei entrata a far parte della Nazionale Italiana, credo siano stati alcuni tra i più bei momenti della mia vita!

  

Nel 2003 ho corso anche la mia prima maratona a Parma, il 14 settembre, 2 settimane prima di partecipare alla 100Km in pista a S. Giovanni Lupatoto.

Non posso assolutamente paragonarmi a coloro che gareggiano solo su queste distanze, però come inizio mi è andato bene: primo posto con 2h57'10". Non un gran tempo, ma non avevo mai gareggiato su questa distanza e ho partecipato solo per fare un allenamento veloce per la 100km che fu un successone: terza assoluta, prima italiana con 8h26'19" e record battuto di ben 27 minuti.

 

I Mondiali di Taiwan di 100Km sono stati l'evento più importante di tutta la stagione 2003.

E' stata la mia prima competizione in maglia azzurra, e l'emozione della gara, così forte da non rendermene neanche conto fino al momento della gara vera e propria!

Seguii i consigli delle mie compagne di squadra: "non farti prendere dalla foga, corri il primo giro tranquillamente, perché ce ne sono ben quattro da fare, e potresti pentirtene dopo!". Infatti partii tranquillamente al primo giro, poi piano piano aumentai sempre più. Purtroppo qualche sosta inaspettata l'ho dovuta fare: cinque volte per problemi intestinali, e poi via di corsa a recuperare.

Superare tanti nomi già famosi e in modo particolare la campionessa del mondo dell'anno precedente (Elvira Kolpakova, Russia), mi faceva volare ancora di più verso il traguardo.

Quando mancavano  5km all'arrivo c'era l'ultimo ristoro, e lì era presente mio padre che mi incitò, come tutte le altre volte, a squarciagola....., la giapponese era davanti a me circa 30metri in quel momento......, e io sapendo che era la seconda non capivo più niente!

Da quel momento qualcosa mi ha fatto davvero capire che prima avevo solo sognato e sperato per il mio futuro..., ero davvero forte...! I miei sacrifici di un anno intero, giorno dopo giorno, la grande forza di volontà e il carattere testardo fino a quando non raggiungo ciò che mi sono ripromessa, mi avevano permesso di arrivare a quel risultato inaspettato.

Davanti a me vedevo solo ed esclusivamente il traguardo, non ce n'era più per nessuno. Ho corso davvero tutti gli ultimi 5km più veloci della gara..., non ho sentito per niente la fatica. Nessuno mi poteva più prendere, nessuno mi poteva più togliere il secondo posto.

Gli ultimi metri sono stati qualcosa di super emozionante! A 120 metri dal traguardo c'era il mitico Valentino Caravaggio, mio compagno di Nazionale, che teneva in mano la bandiera tricolore.  Mi si è messo davanti e ha cominciato ad incitarmi come un matto: "E' finita ... sei seconda!… dai, prendi la bandiera ..., è tua!"

Ho preso rabbiosamente la bandiera e l’ho messa al collo come un mantello....., le luci erano sempre più luminose..., la musica si sentiva sempre più forte....., la gente ai lati era in tripudio..., il traguardo mi aspettava...., tutti gli occhi, le telecamere, i fotografi …  Non mi rendevo conto di niente, ero quasi in trance!

Ci volle l'abbraccio con mio padre, per ben due volte, per calmare le lacrime di gioia!

Il personale fu una sorpresa anche per me. Non ci crederete, ma la prima cosa che ho chiesto a mio padre è stata: "che tempo ho fatto?". Per tutta la gara non ho MAI, e dico MAI, guardato l'orologio (cosa mai era successa in tutte le mie precedenti gare!).Ho corso soltanto ascoltando il mio corpo.

 

...e il resto lo conoscete già...!