Faenza (RA) - 33^ 100 km del Passatore: impressioni dalla Colla
(29-05-2005) - di Franco Anichini
Quest’anno mi sono deciso a fermarmi alla Colla per raccogliere impressioni più meditate, fuori dal caos della testa della
corsa, vivere cioè il Passatore più dal di dentro di una realtà stratificata dalle mille sfaccettature.
Il Passo della Colla, 918 metri sul livello del mare, separa la Toscana dalla Romagna, sulla stessa linea dei confratelli
passi della Futa e del Muraglione. Ma la Toscana non finisce quassù. In epoche passate questo era un confine
importante, che segnava il limite di uno stato piccolo ma economicamente molto potente, la Toscana medicea, da un
altro ancora più potente, le terre dello stato della Chiesa. Non sorprende quindi che i Medici, non fidandosi della santità
terrena, si preoccupassero di estendere i propri domini oltre il crinale, occupando o addirittura fondando degli avamposti
dall’altra parte. Così Marradi è paese toscanissimo pur trovandosi geograficamente del tutto in Romagna, tal quale che
Firenzuola e Palazzuolo.
D’altra parte questo crinale è confine antichissimo, che separò Etruschi da Celti, pur non mancando escursioni degli uni e
degli altri in territorio altrui. Ancora oggi se ne trova traccia nel cambio dei dialetti, o almeno delle inconfondibili cadenze:
quando l’orecchio avverte questo cambiamento si è certi di trovarsi sull’antichissimo spartiacque fra le due civiltà
fondamentali del settentrione italiano.
Mi infilo sulla statale faentina a Borgo San Lorenzo, precedendo di poco il caos della testa della corsa e raggiungo per
tempo la Colla. Nell’attesa mi unisco alle torme di ciclisti che affollano la saletta dell’unico locale del luogo per vedere la
tappa del Giro e assistere alla grande prova di Savoldelli, che vince il Giro correndo da solo, contro avversari di grande
qualità e dal cuore battagliero, che lealmente lo attaccano ma non riescono a superarlo.
Negli spazi ristretti della valico il caos di persone e mezzi è impressionante. Il lato sinistro, salendo, è presidiato dai
motociclisti. Molte moto vengono tenute inutilmente accese, saturando l’aria in breve tempo, ma incredibilmente la
confusione maggiore la creano alcuni ciclisti che, abituati a non essere considerati un vero e proprio veicolo, si fermano
dove capita, di preferenza in mezzo alla strada, bloccando le auto (che sarebbe meglio non ci fossero). Arriva poi un
camper che si mostra intenzionato a parcheggiare a fianco della pedana del controllo chip. Viene fatto allontanare ma se
ne va scuotendo la testa...
Un gruppo di romagnoli allegri e felici gestisce l’assistenza medica e una radio che funziona quando se ne ricorda ma
tramite la quale arriva qualche notizia. Apprendiamo così che il russo Akhmetsin è passato da Borgo e da Ronta con un
vantaggio enorme sui nostri. Troppo, dato anche il caldo.
Pizzolato fa il suo commento per una TV locale, serio e puntuale come sempre, mentre l’addetto stampa del Passatore
tifa per il romeno Gigea, che viene da una città gemellata con Faenza e che per il momento si comporta piuttosto bene.
Arriva il russo, che poi è un siberiano: non lo vedo bene. E_ pallido e matido di sudore, come un ghiacciolo al sole. Infatti
ha perduto moltissimo. Un sorridente Mario Fattore lo segue a un paio di minuti appena: in 10 chilometri ha guadagnato
10 minuti. Lo acchiapperà poco dopo per andare a vincere un Passatore bello e reso difficile dal caldo. Siamo infatti quasi
alle 19 e anche quassù si suda a star fermi...
Sartori passa col suo solito passo dondolante ma è bello e reattivo, mentre Ardemagni si trascina a fatica, anche lui
sudato in maniera innaturale. Pizzolato fa osservare che non ha avuto neanche la presenza di tagliare una curva a
sinistra. Si ritirerà poco dopo. Con questo clima l’organismo lavora davvero al limite e basta un nulla per provocare una
crisi irreversibile. Passano altri due russi e subito dopo arriva Leoncini, che suscita più incredulità che stupore.
Man mano si susseguono i passaggi. Quelli che riescono ad individuare il rifornimento in mezzo al caos si lamentano tutti
per gli spugnaggi e per la confusione del traffico di Borgo san Lorenzo. Uno, due, tre... tutti dicono le stesse cose: si
vede che c’ qualcosa di vero.
Molto bene passa l’esordiente Boffo, veneziano ex tennista, che ha ottenuto una grande prestazione nella sei ore di
Mareno e che ora si propone come possibile nome nuovo. Sapremo poi che invece si è fermato prima di Brisighella.
Molto bene anche il sorridente Antonio Mazzeo e Lucio Bazzana, sorprendenti su questa... breve distanza.
Si aspetta ora la prima donna. Nel frattempo la maggior parte degli astanti se ne va e quelli che rimangono affollano la
saletta dell’ottima trattoria del valico,che cucina carne alla brace nonostante il caldo.
Arriva Paola Sanna, animata da un sorriso interno che la rende luminosa. Si sta godendo la vittoria chilometro per la
chilometro: è la prima volta per lei. Peccato che non vada in Giappone. Problemi di ferie e di costi. Sapevate che questi
coraggiosi, quando indossano la maglia azzurra, si pagano le spese di tasca propria? Franco Arese, mettiti una mano
sulla coscienza, anche se non è colpa tua: dopo tutto, delle fatiche di un corridore ne sai qualcosa!
Man mano comincia ad arrivare il popolo vero della corsa, il popolo di quelli che la vittoria la trovano per il semplice fatto di arrivare, ma che ci tengono lo stesso al tempo. Fra loro una bella Maria Luisa Costetti, in lotta per il secondo posto.
Nessuna notizia delle due russe annunciate. Fra le straniere si difende solo l_ungherese Horvath.
Si è fatto tardi e decido di scendere, piano piano. Lungo la Colla incrocio così la massa dei corridori. Salgono da soli o in
gruppo, chiacchierando o concentrati. Molti hanno mandato avanti gli amici e ora li ritrovano lungo la strada come
un_ancora di salvezza: una bevanda, un rapido massaggio, un cambio d_abiti, e poi via di nuovo. La leggenda del
Passatore corre con loro, la corsa vera è qui. A metà salita incrocio il direttore: è fermo a bere qualcosa e mi sembra in
ottime condizioni. Vorrei fermarmi ma il traffico non me lo permette. Lungo la salita incontro molti rifornimenti...
spontanei. Si tratta di persone del luogo che, per puro spirito di partecipazione, distribuiscono qualche bottiglia d_acqua.
Alcuni sono piuttosto organizzati. Verso Ronta una ragazza offre piatti di pasta e un sorriso.
Giunto a Borgo faccio una piccola verifica: in paese ci sono ancora moltissimi podisti, anche se il grosso è passato, ma di
vigili neanche l_ombra. Mi dicono che i pochi che c_erano se ne sono andati da un pezzo.
Bene, anzi male, allora vado a cena anch’io.
Ciao.