di Paola Sanna
L’anno sportivo è iniziato bene, per cui i presupposti per fare una bella gara ci sono tutti. Anche l’ultima Ultra prima del Passatore è andata molto bene, conquistando il record Italiano della 6 ore su strada.
Ero quindi in gran forma, e aspettavo solo che arrivasse questo fatidico 28 Maggio!
Due settimane prima: ...PANICO!
Rientrata dal lavoro non muovevo più il collo.
Al Pronto Soccorso mi avevano diagnosticato una fortissima contrattura (causa l’aria condizionata), e il medico mi aveva persino detto che sicuramente non sarei riuscita a correre questa 100 km. Solo un pensiero mi ha attraversato la mente mentre lo guardavo negli occhi prima che uscisse: “…Te ne accorgerai, se non riuscirò a farla!”.
Sta di fatto che i giorni successivi ho patito davvero tanto il dolore. Ero paralizzata a letto, e ho avuto dei momenti di gran sconforto perché non era possibile che proprio in quel periodo mi dovesse capitare una cosa del genere.
E’ stata dura perché i giorni passavano, ma il dolore forte rimaneva sempre fisso, nonostante le iniezioni di antidolorifico.
Quattro giorni prima comincio a stare meglio, il morale sale… Non mi avrebbe fermato più nulla!
Ore 12.00, il nostro pulmino si dirige verso Fiesole. Io e mio papà pian piano ci dirigiamo invece verso Piazza della Signoria.
Il sole batte forte… So già che sarà una dura avventura.
Ore 14.30 l’ultimo saluto a mio padre, che con la bici va verso il 4° km.
Alla partenza comincio a vedere il grande Valentino Caravaggio, Stefano Sartori, Enrico Vedilei…, gli ultimi in bocca al lupo e… Ore 15.00: LO SPARO!
In quell’attimo mi sono detta: “Ora non si scherza più… Sarà dura ma questa volta devo assolutamente coronare il mio sogno… E non solo il mio!”.
Poco prima del primo km avvisto subito la russa Ekaterina Malafeeva. L’ ho subito cercata per non farmela scappare, poi l’ ho superata perché non aveva un gran ritmo; aspettavo la sua reazione… Ma nulla!
Ho corso fino a Borgo S. Lorenzo con Michele Caffi, che si è avvicinato a me fin dai primi metri, ma poi l’ ho perso per strada, molto provato dal caldo.
Già dai primi km mi affianca una moto dell’organizzazione, e davanti a me la macchina con il cronometro. Inutile esprimere le mie emozioni di fronte a ciò, non mi era mai capitato!
La parte in cui ho sofferto molto è stato dopo Borgo S. Lorenzo: dal 35° al 50° km è stato un calvario. E’ iniziato proprio nello stesso punto in cui l’anno scorso sono stata costretta al ritiro… Ma questa volta non potevo ripetermi, non me lo sarei mai perdonata!
I km sembravano interminabili senza acqua. A un certo punto incontro Enrico Vedilei che mi dice: “Ma stai bene?, Sei bianca cadaverica!”. Questo non mi tira certo su il morale, perché oltre a sentirmi veramente male, il fatto che si vedeva così tanto non mi piaceva affatto, avevo paura di un crollo involontario.
Acqua, acqua, acqua… Volevo solo quella… Ma non c’era… Era lontana, sempre più lontana, e la fatica sempre più grande.
Arrivo al ristoro e con tre spugne immerse nel catino dell’acqua mi inzuppo la testa e tutto il resto… Che sollievo! Riparto così più sostenuta, ma la stessa storia si ripete fino al Passo della Colla.
300 metri prima comincio a vedere tanta gente, e una persona in mezzo alla strada si avvicina e corre qualche metro con me per chiedermi come stavo: era il mio compagno di Nazionale, Pio Malfatti.
Poco dopo vedo anche il mitico Franco Anichini: un gran sorriso e l’incitamento. Mi aveva detto che ci sarebbe stato, e mi aspettavo proprio di vederlo lì!
Una gran folla mi accoglie con tanti applausi e urla. Sento il suono del chip: è fatta, la gran fatica l’ ho superata.
Via verso il 60° km, ma stavolta in discesa. Tutta un’altra storia: in pochi metri le mie sensazioni cambiano, è come se non avessi ancora fatto nulla. Sparita la fatica, e sparito il caldo!
Scendo giù a buon ritmo, con mio padre dietro in bici, e sempre la moto e la macchina che mi precedono.
Tutto ok fino all’80° km, quando la seconda crisi comincia a farsi sentire.
Il mio seguito cercava in ogni modo di incitarmi ai ristori, ma nonostante mancassero “solo” 20 km alla fine, la storia era ancora lunga!
Proseguivo aspettando sempre il ristoro successivo, che significava altri 5 km in meno… Ma i ristori non arrivavano mai! Alla fine i km sembravano sempre più lunghi… sembrava sempre che si fossero dimenticati di mettere il cartello del kilometraggio, e invece c’era… Ma era molto più in là di quello che mi aspettavo io!
Arrivo così all’ultimo vialone, quando mancano gli ultimi 2-3 km. Oltre all’organizzazione che già mi seguiva, si erano aggiunte due moto della Polizia, e dietro di me oltre a mio padre, una gran coda di moto che suonavano all’impazzata. Non capivo più nulla…!
Ricordo però ancora le parole di mio padre: “Goditi questo momento, la piazza è piena e tutti ti stanno aspettando!”. Le lacrime cominciano a farsi avanti perché sapevo che gli stavo regalando una grande emozione.
Comincio a vedere una gran luce e i portici della Piazza. Intanto la gente che passeggia lungo la via si fa largo, e si mette ai lati applaudendo e incitandomi.
Entro finalmente in Piazza, ma ero talmente cotta che se qualcuno mi avesse chiesto che fine abbiano fatto le moto dell’organizzazione e tutti gli altri, sinceramente non avrei saputo cosa rispondere!
Eccolo quello striscione che tanto sognavo di tagliare! Un passo dopo la linea del traguardo… E un attimo di liberazione alle mie emozioni si fa avanti: due lacrime, e ancora la forza per strappare lo striscione dell’arrivo, che era rimasto attaccato da una parte. Lo prendo in mano per non mollarlo più!
Si avvicina a me lo speaker che comincia a intervistarmi, e davanti a me la telecamera e i fotografi.
Salgo lo scivolo per arrivare sul palco, e lì vedo il grandissimo Mario Fattore con il cappello del Passatore: capisco che ha vinto e sono strafelice per questo. Un grande abbraccio con lui per esprimerci la nostra felicità, e subito l’intervista in diretta TV. Dopo le foto di rito e aver salutato coloro che erano rimasti lì ad aspettarmi, tra cui Valentino Caravaggio: una roccia, che dopo due anni si ributta nel Passatore alla grande!
Il grande abbraccio con mio padre, mia madre, e coloro che mi hanno seguito per 100 km aiutandomi e soffrendo con me. Vedo anche Luisa Costetti arrivare: un grandissimo abbraccio anche con lei, che era felice che avessi vinto, e che l’aveva già pronosticato in gara a mio padre!
Dopo la doccia vedo il gentilissimo Gregorio Zucchinali, purtroppo si è dovuto ritirare, e ciò mi dispiace molto; insieme a lui c’è il simpaticissimo Elio Foiadelli, che a quanto diceva all’inizio dell’anno a malincuore non ci sarebbe stato, e invece ha finito la gara alla grande!
Si va a dormire, anche se la stanchezza è tanta e alla fine non riesco a riposare bene… La mia testa continua a rivedere e rivivere le immense emozioni appena vissute.
Non ci credo ancora, mi sembra di essere perennemente in un sogno infinito!
La mattina dopo si torna in Piazza per le premiazioni. Tutta le gente che incontro mi ferma e si congratula…. Mi sento persino impacciata di fronte a tutti questi complimenti!
Rivedo Giuliano Orlando che mi fa un’intervista, e tanti altri. Finalmente questa volta salgo sul gradino più alto in questa gara che per me rappresenta il top!
La grandiosa avventura si conclude a pranzo all’agriturismo dove eravamo alloggiati, insieme ai miei compagni di Nazionale e altri amici: Fattore, Caravaggio, Vedilei e Costetti, e insieme ad altri amici che ci hanno seguito.
Si prende così la strada del ritorno; mi lascio alle spalle un’esperienza che mai dimenticherò nella mia vita, ma dentro di me mi ha regalato emozioni che mi porterò dietro ogni giorno. Non si possono descrivere, sono troppo forti, e solo chi le ha vissute con me riesce ad averne una vaga idea…
Il Passatore rappresenta per me la gara che mi ha fatto scoprire cosa sono le ultramaratone, grazie a mio padre. E’ grazie a questa gara che sono entrata in Nazionale, per cui per me rappresenta qualcosa di unico.
Dovrei ringraziare una marea di persone, ma mi limito a dire grazie a coloro che mi hanno seguito per tutto il tragitto, che mi hanno sostenuto sempre anche nei momenti di difficoltà, a coloro che hanno creduto in me sin dall’inizio… E sicuramente a tutta l’organizzazione di questa fantastica 100 km, che grazie anche al meraviglioso pubblico che ti accompagna da Firenze a Faenza, rendono questa gara, per me la più bella 100 km!!!
Naturalmente dedico questa vittoria anche al mio gruppo sportivo dei Runners Bergamo, che si meritano questa vittoria perché sono fantastici!
Il merito e il ringraziamento particolare, però, non può che non andare per primo a mio padre: è una gara che ha sempre sognato… E io gli ho regalato questo SOGNO!!!